L’olio extravergine di oliva è uno degli alimenti simbolo della dieta mediterranea, apprezzato non solo per il suo gusto unico ma anche per i numerosi benefici per la salute. Un falso mito però persiste: l’idea che l’olio extravergine di oliva possa fare male al fegato. Questa credenza è infondata e, come confermato da molti esperti, l’olio extravergine d’oliva è in realtà un alleato prezioso per il nostro organismo.
Il parere degli esperti: l’olio extravergine d’oliva non fa male al fegato
Contrariamente a quanto si possa pensare, non esistono prove scientifiche che dimostrino che l’olio extravergine d’oliva faccia male al fegato. Anzi, numerosi studi hanno evidenziato come l’olio EVO abbia un ruolo positivo nella protezione e nel supporto delle funzioni epatiche. Il fegato, infatti, è un organo fondamentale per il metabolismo dei grassi, e l’olio extravergine d’oliva, grazie ai suoi grassi monoinsaturi e ai potenti antiossidanti come i polifenoli, contribuisce a ridurre lo stress ossidativo e a mantenere in salute questo organo.
Secondo il professor Francesco Sofi, docente di Scienze dell’Alimentazione all’Università di Firenze, l’olio extravergine d’oliva, se consumato nelle giuste quantità, non solo non è dannoso, ma può anche avere un effetto protettivo sul fegato. “Gli acidi grassi monoinsaturi presenti nell’olio extravergine di oliva”, spiega Sofi, “aiutano a ridurre i livelli di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue e contribuiscono a prevenire l’accumulo di grassi nel fegato”.
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Il vero problema: l’eccessivo consumo di frittura
A danneggiare il fegato, invece, è l’eccessivo consumo di fritture e di alimenti troppo ricchi di grassi saturi. Il problema non risiede nell’olio EVO di per sé, ma nelle alte temperature raggiunte durante la frittura. Quando un olio, anche l’extravergine d’oliva, viene riscaldato troppo, possono formarsi composti potenzialmente dannosi per la salute, come l’acroleina, che è irritante per il fegato.
È importante sottolineare che l’olio extravergine d’oliva, se utilizzato correttamente e nelle giuste quantità, è un alimento sicuro e benefico. Come afferma il dottor Andrea Ghiselli, nutrizionista e presidente della Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione, “L’olio extravergine d’oliva è il condimento ideale da usare a crudo per mantenere intatte le sue proprietà benefiche. È un vero e proprio tesoro di salute, purché non se ne abusi e lo si utilizzi nel modo giusto”.
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I benefici dell’olio extravergine d’oliva a crudo
Un altro aspetto da considerare è che l’olio extravergine d’oliva, se consumato a crudo, mantiene tutte le sue proprietà benefiche, inclusa la capacità di ridurre l’infiammazione e proteggere il fegato. Gli antiossidanti e i polifenoli contenuti nell’olio EVO aiutano a combattere i radicali liberi, riducendo il rischio di infiammazioni e malattie croniche.
Inoltre, l’olio extravergine d’oliva è un alimento altamente digeribile, che favorisce l’assorbimento di vitamine liposolubili come la vitamina A, D, E e K, essenziali per la salute del fegato e dell’organismo in generale.
In conclusione, è chiaro che l’idea che l’olio extravergine d’oliva faccia male al fegato è un mito da sfatare. Se consumato nelle giuste quantità e con modalità corrette, l’olio EVO non solo non è dannoso, ma rappresenta un vero e proprio toccasana per la salute del fegato e per il benessere generale del nostro organismo. Quindi, non rinunciate al piacere e ai benefici dell’olio extravergine d’oliva, un ingrediente prezioso che rende la nostra dieta ancora più salutare.